Perche’ andiamo avanti: il Manifesto di Londra riflette sul voto in Italia e in Europa

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Le elezioni politiche del 4 marzo 2018 sono state profondamente deludenti per chi, come l’assemblea del Manifesto di Londra, aveva riposto speranza nel progetto di Liberi e Uguali. Il 3.5% di consensi è un risultato al di sotto delle peggiori aspettative. Liberi e Uguali non è diventata un’alternativa credibile agli elettori di sinistra che invece hanno preferito il M5S (che guadagna tre milioni di voti di sinistra rispetto al 2013).  Questo deludente risultato esige una seria analisi autocritica che rifugga ogni tentativo del gruppo dirigente di sfuggire alle proprie responsabilità che sono di tutti i soggetti coinvolti.

Se il panorama politico a livello nazionale è sconfortante, l’esito elettorale di Liberi e Uguali nella circoscrizione Europa, e nel Regno Unito in particolare, offre qualche elemento di speranza da cui si può e si deve ripartire. In Europa Liberi e Uguali raccoglie consensi intorno al 5.5%, l’obiettivo minimo per considerare il progetto un parziale successo. Un risultato positivo considerando che all’estero il PD tiene (sopra al 30%) e che lo spazio politico progressista vedeva un’altra offerta politica,  quella di  +Europa, anch’essa al di sopra del risultato nazionale (8% in Europa).

Il voto all’estero si conferma dominato dal voto di opinione di un elettorato più sensibile all’immagine che agli effetti delle politiche del governo, tendenzialmente in ritardo e distratto rispetto alle dinamiche politiche italiane. E’ dunque importante sottolineare i fattori che hanno reso possibile il risultato di Liberi e Uguali in Europa: l’aver presentato una lista di ‘rinnovamento’, ‘radicale, popolare ed europeista’, con una forte presenza femminile tra le candidature, e il lavoro in rete e sul territorio dei circoli di LeU nati in molti paesi europei.

Nel Regno Unito e in Irlanda, in particolare, Liberi e Uguali arriva al 7%, risultato superiore anche al risultato di SEL nel 2013 (4%). I candidati del Manifesto di Londra proposti dal coordinamento di Liberi e Uguali Regno Unito e Irlanda, inoltre, raccolgono ottimi risultati: Federico Varese è il candidato più votato al Senato con oltre 3200 preferenze; Chiara Mariotti è la seconda più votata alla Camera con oltre 2300 preferenze dopo la capolista Sara Prestianni; Giuseppe Di Benedetto, raccoglie un buon consenso con quasi 500 preferenze.

L’assemblea del Manifesto di Londra si congratula e ringrazia tutti e tre i suoi candidati per il loro risultato e per il loro impegno. L’assemblea riconosce che i risultati sono frutto di un gioco di squadra e di un instancabile sforzo collettivo e partecipativo in cui si sono adoperati con determinazione e generosità moltissime volontarie e volontari, a partire da chi ha coordinato e guidato la campagna elettorale: Mirco Brondolin, coordinatore questioni elettorali; Agnese D’Anna, delegata; Laura De Bonfils, coordinatrice comunicazione, Giuseppe Di Benedetto, candidato alla Camera; Matteo M Galizzi, coordinatore programma; Francesca Alice Guidali, coordinatrice eventi e logistica; Adriano Mancinelli coordinatore aspetti finanziari; Chiara Mariotti, candidata alla Camera; Antonio Mattiello, delegato; Andrea Pisauro, coordinatore politico; Stefano Rosatelli, delegato; Federico Varese, capolista al Senato; Flavia Vecchiocattivi, delegata.

Il Manifesto di Londra – nato nella scorsa primavera nel tentativo di contribuire a unire le frammentate forze politiche progressiste in Italia a partire dai loro programmi e che a partire dallo scorso novembre ha aderito al percorso di Liberi e Uguali avviato in Italia – riteneva e ritiene di dovere guardare alla radicalità del Manifesto del Labour di Corbyn come modello ideale di una proposta di sinistra unitaria e moderna per immaginare l’Italia che vorremmo. Una proposta che ritenevamo e riteniamo utile partisse, simbolicamente, da Londra per porre all’attenzione della politica italiana la questione dei flussi della nuova emigrazione, che hanno portato all’espatrio di un milione e mezzo di italiani in un decennio e per ribadire la necessità di costruire un’altra Europa politica, democratica, e sociale.

Il percorso e la scrittura dei 10 punti ‘valoriali’ del Manifesto di Londra sono stati un genuino processo dal basso a cui hanno contribuito compagne e compagni in cerca di una ‘casa’ politica.  Siamo riusciti a richiamare intorno al percorso del Manifesto tante storie, facce, e realtà del mondo progressista italiano nel Regno Unito ed Irlanda, e a ricostruire l’entusiasmo di tornare ad impegnarsi in politica in prima persona. Lo abbiamo fatto tentando sempre di essere inclusivi, unitari, trasparenti, sia nel merito delle proposte che nel metodo delle consultazioni e decisioni con la base.

Siamo anche  orgogliosi di avere contribuito ad organizzare un incontro tra Pietro Grasso e Jeremy Corbyn – il primo di Jeremy Corbyn con la leadership di un movimento politico progressista in Italia – avvenuto lo scorso 20 febbraio. L’incontro è stato uno dei punti più alti della campagna elettorale, ripreso dalla stampa italiana ed estera. Il Presidente Grasso ha sottoscritto personalmente il Manifesto di Londra, rafforzando l’entusiasmo per il progetto.

L’assemblea del Manifesto di Londra non vuole disperdere le energie e l’entusiasmo che è riuscita a generare, unendo militanti, elettori, e volontari progressisti. L’assemblea del Manifesto di Londra ritiene inoltre tuttora valide le proprie ragioni fondative e ancora attuale l’impianto e le questioni poste dal Manifesto, il cui percorso deve pertanto proseguire.

Siamo convinti che lo spirito del Manifesto di Londra, in particolare nella visione strategica che lo informa, nella radicalità dei contenuti che propone, e nella trasparenza e inclusività del percorso che lo ha generato, debbano ispirare anche il futuro percorso di Liberi e Uguali.

 

Per questo l’assemblea del Manifesto di Londra chiede alla dirigenza nazionale di Liberi e Uguali di:

  • avere la generosità e il coraggio di promuovere un percorso ri-costituente inclusivo, democratico, ed unitario, che preveda una rigorosa autocritica e un radicale rinnovamento del suo gruppo dirigente;
  • aprire il percorso ri-costituente anche ai tanti che, pur animati da valori di libertà ed eguaglianza, non si sono riconosciuti nelle nostre liste elettorali;
  • avviare entro l’estate la Costituente di una sinistra radicale e moderna che interpreti anche in Italia la rivoluzione neosocialista del Labour di Jeremy Corbyn, e che offra speranza e opportunità per i molti, non per i pochi.

In vista delle fondamentali elezioni europee del 2019, L’Assemblea del Manifesto di Londra ritiene altresì fondamentale che da questo processo ri-costituente:

  • si rilanci la battaglia politica per un’altra Europa, politica, democratica, e sociale;
  • si faccia partire entro l’autunno un percorso di sintesi con tutte le forze, nazionali e transnazionali, che condividono questa battaglia in vista della creazione di un fronte elettorale comune nelle circoscrizioni elettorali italiane.

Londra, 18 Marzo 2018