
Le elezioni politiche del 25 Settembre 2022 si preannunciano come uno snodo cruciale della storia della Repubblica italiana.
Pensiamo dunque che discutere insieme di politica sia più importante che mai, e condividiamo con voi le nostre riflessioni su come il Manifesto di Londra guarda alla campagna elettorale e al voto:
Gli italiani si apprestano a votare con una legge elettorale che tradisce il mandato costituzionale di garantire un voto “eguale, libero, personale e diretto”.
Il referendum costituzionale del 2020 ha sancito la riduzione di un terzo della rappresentatività del parlamento. La promessa di una riforma elettorale, a nostro avviso assolutamente necessaria dopo l’attuazione del referendum che ha approvato la riduzione del numero dei parlamentari, è stata disattesa e in Italia i cittadini voteranno, ancora una volta, con una legge che circoscrive pesantemente il potere degli elettori di scegliere i propri rappresentanti. Il sistema impedisce il voto disgiunto e l’espressione di preferenze, e attribuisce seggi sulla base di meccanismi poco comprensibili persino agli addetti ai lavori.
Noi italiani all’estero votiamo con un sistema che ci permette di esprimere preferenze ma che, per effetto del taglio dei parlamentari, ci rende la circoscrizione peggio rappresentata in termini di rapporto eletto/elettori: i 3 milioni di Italiani residenti nella circoscrizione Europa sono chiamati ad eleggere soltanto 3 deputati e 1 senatore.
Questa scarsa rappresentanza non solo rende difficile sostenere le nostre istanze ma nega al Paese la possibilità di un dibattito pubblico sulle implicazioni della nuova ondata migratoria che ha portato all’espatrio di un milione e mezzo di italiani nell’ultimo decennio. Un esodo di migliaia di italiani andati via da un Paese che troppo spesso nega lavoro, opportunità e diritti. Come scrivevamo appena due anni fa: la vera emergenza non sono i rifugiati che arrivano ma gli italiani che lasciano l’Italia.
Il Manifesto di Londra ribadisce il suo no a questa democrazia disfunzionale e chiede a tutte le forze politiche di dare priorità a una riforma della legge elettorale in senso proporzionale per ridare potere ai cittadini e rappresentatività al Parlamento, in sintonia con la stragrande maggioranza delle democrazie europee.
Una probabile vittoria della destra di Giorgia Meloni ci preoccupa, immensamente.
La legge elettorale a impostazione maggioritaria combinata alle divisioni del campo progressista crea le condizioni per una probabile vittoria della destra. Giorgia Meloni, già ministra nei governi Berlusconi, ricicla nelle sue liste lo stesso ceto politico che ha governato l’Italia durante lunghe stagioni di degrado morale e culturale e devastazione economica e sociale. La stessa Meloni era tra i parlamentari che votarono e giustificarono ogni atto della cupa stagione di scandali, abusi d’ufficio, leggi ad personam e conflitti d’interesse che resero l’Italia ridicola sul panorama internazionale.
Questa destra si presenta con un’agenda di misure economiche regressive che favoriscono i pochi e puniscono i molti, con proposte estremiste quali la flat tax e l’abolizione dell’unica misura di lotta alla povertà presente in Italia, il cosiddetto “reddito di cittadinanza”. Non considera la transizione ecologica una priorità e anzi, ripropone un’obsoleta tecnologia nucleare già bocciata dagli Italiani. Strizza l’occhio a Putin e prende a modello l’Ungheria di Orban, minacciando diritti economici, civili e sociali. Aspira a riformare ulteriormente la Costituzione introducendo il presidenzialismo e ponendo fine al sistema di equilibri costituzionali della Repubblica nata dalla Resistenza.
Le debolezze e divisioni della sinistra sono il principale ostacolo al cambiamento sociale, ecologista e femminista che serve all’Italia.
A questa destra riciclata ed estremista occorreva opporre una vasta e coesa coalizione progressista rinnovata nei volti e nelle proposte, con un’agenda di cambiamento e di speranza capace di chiudere definitivamente la stagione neoliberista. Assistiamo invece, a gravi divisioni e a preoccupanti livelli di frammentazione e improvvisazione di un “campo progressista” arrivato ancora una volta incredibilmente impreparato all’appuntamento elettorale. In questi anni, a partire dallo scioglimento di LEU, sono state colpevolmente sprecate troppe opportunità di costruire una sinistra credibile e capace di dare forza a un’agenda di cambiamento sociale, ecologista e femminista.
Se nessuna delle proposte in campo risulta davvero convincente occorre allora guardare alla credibilità dei singoli candidati nei diversi collegi elettorali. Per l’Italia guardiamo con speranza a candidature come quella di Aboubakar Soumahoro nelle liste dell’alleanza tra Verdi e Sinistra Italiana, che sosteniamo insieme al movimento degli Invisibili, o quella di Elly Schlein, candidata indipendente nelle liste del PD.
Per noi italiani in Europa è possibile esprimere delle preferenze all’interno delle liste – a differenza dei nostri concittadini in Italia. Pensiamo sia dunque importante contribuire all’elezione di candidati autenticamente progressisti, ecologisti e femministi, la cui presenza nel prossimo Parlamento sarà fondamentale anche per evitare una maggioranza strabordante delle destre e proteggere la Costituzione da tentativi di stravolgimento. Concludiamo ricordando che Il voto rimane un diritto-dovere fondamentale e sottolineando l’importanza di partecipare alle scelte collettive della nostra società, per noi stessi e per gli altri.
Il coordinamento del Manifesto di Londra