Manifesto di Londra

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L’Italia ha bisogno di un riscatto politico, economico, sociale, e culturale. La crisi profonda che la attraversa è figlia delle disuguaglianze e dei disastri economico-sociali prodotti dalle politiche neoliberiste, di quelli morali e culturali prodotti da una classe politica asservita agli interessi di pochi ed impreparata per le grandi e rapide trasformazioni globali, e dall’incapacità fino ad adesso delle sinistre di organizzare un’alternativa credibile e di governo.

Il Regno Unito e l’Irlanda offrono un punto d’osservazione privilegiato sull’incapacitá della politica Italiana di dare risposta ai problemi reali del Paese e del continente. Il Regno Unito oggi non è solo la patria della Brexit e dell’attacco delle destre allo stato sociale ed al sogno di una unione politica Europea, ma anche il paese del Labour di Jeremy Corbyn e del suo slogan ‘for the many not the few’, che, con una visione credibile, radicale, e coerente coi propri valori socialisti, offre un’alternativa di speranza e rinnovamento economico e sociale.

Noi, come cittadini Italiani di sinistra residenti nel Regno Unito e l’Irlanda, con uno sguardo attento ed innamorato all’Italia, siamo convinti che si possano raccogliere enormi consensi intorno a un programma progressista radicale e credibile che punti ad estendere benessere, stato sociale, diritti, ed accesso alla vita democratica partecipata a quella larga parte della popolazione che ne è oggi, suo malgrado, estraniata ed esclusa.

Per questo, coerentemente col percorso unitario che abbiamo da sempre pazientemente praticato nella nostra peculiare realtà locale, abbiamo lavorato ad una nostra sintesi dei tantissimi punti in comune dei manifesti e programmi delle varie forze politiche di sinistra in Italia e Regno Unito di cui siamo simpatizzanti o iscritti. E mentre facevamo sintesi, una scintilla di speranza si è accesa, nel riconoscere nei vari programmi una visione comune fondata su valori imprescindibili. Il risultato di questa scintilla di speranza è il Manifesto di Londra, che abbiamo scritto in modo partecipativo, inclusivo, e condiviso, per immaginare l’Italia che vorremmo: aperta, solidale, giusta, ed europea.

Lo proponiamo da Londra anche per rimettere al centro del dibattito quelle migliaia di italiani (285 mila solo l’anno scorso), giovani e meno giovani, che lasciano ogni anno il nostro Paese, spesso proprio per venire a Londra, dove vivono ormai piú italiani che a Firenze. Vorremmo si parlasse di questa fuga di braccia, cuori, e cervelli nell’era della globalizzazione come del vero tema rispetto alle migrazioni, convinti come siamo che un paese di emigranti non può avere paura degli immigrati, ma deve provare a trovare, negli uni come negli altri, il modo di risorgere.

Lo proponiamo ai cittadini e a tutte le forze politiche ed associative di sinistra, ai loro dirigenti e ai loro militanti in Italia, in Europa, e all’estero, per dare il nostro contributo all’elaborazione di una proposta inclusiva, condivisa, ed unitaria utile all’Italia, che auspichiamo guardi all’interesse del paese nei prossimi anni e non soltanto alle scadenze elettorali dei prossimi mesi. Una sfida avvincente e necessaria, perché non c’è più spazio per ambiguità e tatticismi che hanno sfiancato cittadini e militanti. E’ il momento di offrire chiarezza e convinzione, convinti come siamo che è molto più quel che ci unisce che quel che ci divide.

  1. EUROPA

Vogliamo un’altra Europa, politica, democratica, e sociale.

Il fallimento annunciato e in corso della Brexit dimostra che la sinistra non può abbandonare la lotta per una forte, democratica, ed autorevole Europa politica. Vogliamo un’Europa capace di affrontare le sfide globali del nostro tempo, dal cambiamento climatico all’insostenibile concentrazione di ricchezze e potere nelle élites finanziarie e nelle grandi societá multinazionali; dalla quarta rivoluzione industriale e l’automazione della produzione alle grandi migrazioni figlie di un ordine globale multipolare da ricostruire su basi democratiche.

Vogliamo rilanciare la costruzione di un’altra Europa, sociale, democratica, federale, con un vero e proprio governo europeo, non nominato dai governi nazionali, ma democraticamente controllato dal parlamento europeo, e democraticamente eletto in modo da esprimere la volontá transnazionale dei cittadini europei su proposte politiche alternative.

Vogliamo una radicale riforma della politica economica dell’Eurozona e una ferma opposizione al Fiscal Compact e alla dottrina economica che lo ha ispirato. Va rilanciata la battaglia per la revisione dei trattati economici e per la costruzione di una politica economica unica ed espansiva che aumenti significativamente il budget europeo anche attraverso una tassazione a livello Europeo, e che rilanci un grande piano di investimenti e di infrastrutture materiali e immateriali, una nuova politica ambientale ed energetica basata sulle energie rinnovabili, e una politica strategica di innovazione e ricerca su scala continentale.

Vogliamo costruire un’Europa solidale dove vengano garantiti ed estesi i diritti di libertá di movimento e circolazione a tutti i cittadini europei, e che questa sia accompagnata da una piena protezione sociale (sanitá, pensioni, stato sociale) e dalla realizzazione di un’educazione ed un welfare europeo integrati.

Vogliamo inoltre costruire un’Europa che abbia una sola, autorevole voce in materia di regolamentazione della finanza, dei mercati, e dei moderni oligopoli e monopoli dei dati e del web, politica estera, difesa, sicurezza e terrorismo, cooperazione internazionale, immigrazione e accoglienza, e lotta ai paradisi fiscali, all’evasione fiscale, e ai crimini finanziari.  

  1. ECONOMIA

Vogliamo una politica economica al servizio di una società giusta, solidale, e fondata sul lavoro.

Lavoro, uguaglianza, solidarietá, e giustizia sociale devono tornare gli obiettivi ultimi delle politiche economiche e sociali. E’ tempo di abbandonare le politiche di tagli allo stato sociale e di austerità che hanno amplificato le disuguaglianze per favorire le élites finanziarie, politiche prescritte da teorie economiche figlie della cieca obbedienza al dogma neoliberista. Vogliamo rovesciare il tavolo su tutti i piani, a partire da quello costituzionale e dei trattati europei, dove occorre cancellare l’obbligo del pareggio di bilancio ed escludere gli investimenti dai parametri dei deficit pubblici.

Va rovesciato il piano delle politiche economiche, che devono attuare vere politiche redistributive e di lotta alla povertá e alle diseguaglianze, e devono investire, non tagliare la spesa, nella sanitá, in un solido sistema di protezione sociale, nell’istruzione, nella ricerca ed innovazione, nella giustizia e sicurezza, nei beni comuni.

Vogliamo contrastare, a livello nazionale ed Europeo, la delocalizzazione produttiva e fiscale, i paradisi fiscali, e l’evasione ed elusione fiscale e contributiva. Vogliamo tassare di più, non di meno, i super-ricchi, la finanza, le grandi societá multinazionali, adottando politiche fiscali coordinate a livello Europeo.

Vogliamo rafforzare la regolamentazione pubblica, a livello nazionale ed Europeo, della finanza, dei mercati, e dei moderni oligopoli e monopoli dei dati e del web, e la riformulazione e il rilancio di una politica industriale strategica e sostenibile, che parta da un piano di riconversione ecologica dell’economia, di tutela e valorizzazione del territorio, e del patrimonio ambientale, artistico, architettonico, e culturale.

  1. LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Vogliamo rimettere il lavoro al centro delle politiche economiche e sociali.

Vogliamo porre fine allo scandalo di una Repubblica “fondata sul lavoro” dove milioni di cittadini  italiani sono abbandonati alla disoccupazione, alla precarietà, al lavoro nero, e alla povertà ed esclusione sociale che ne derivano. Vogliamo un piano strategico per rilanciare l’occupazione, in particolare quella giovanile, la produttivitá, e la sicurezza sul lavoro. Vogliamo rafforzare le tipologie contrattuali che favoriscono il lavoro stabile e arginare la precarizzazione del lavoro, cancellando le leggi che ne permettono l’abuso, a partire da una revisione del Jobs Act.

Vogliamo ripristinare la reintegrazione del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo. Vogliamo estendere il ruolo dei sindacati e della contrattazione collettiva affinché rappresentino quei lavoratori precari che oggi non sono rappresentati. Servono politiche che concilino il lavoro e la vita privata, incluso il poter negoziare diversi orari di lavoro, il lavoro da casa, o la riduzione dell’orario lavorativo. Pensiamo sia urgente definire un salario orario minimo dignitoso, e finanziare un reddito minimo garantito o altre forme universali di sussidi di disoccupazione e sostegno al reddito.

Vogliamo porre l’attenzione su tutte quelle nuove forme di lavoro che sono nate e nasceranno a seguito della modernizzazione e dell’automazione. Vogliamo un sistema pensionistico che garantisca il diritto a una vecchiaia serena sia a coloro che già riscuotono una pensione, garantendo un costante potere d’acquisto, sia a coloro che vi si stanno avvicinando, affinché il traguardo non venga indefinitamente procrastinato, sia per le generazioni future.

Vogliamo infine che sia riconosciuto il contributo che l’emigrazione degli Italiani all’estero e l’immigrazione di cittadini stranieri in Italia portano all’economia e alla societá moderna, contribuendo all’avanzamento dei paesi d’arrivo quando supportati e valorizzati dalle giuste politiche di inclusione, di accesso ai diritti di cittadinanza, di scambio e di libertà di movimento, e di incentivi al rientro.

  1. CAMBIAMENTO CLIMATICO E SOSTENIBILITÀ

Vogliamo un’azione rapida e decisa per la salvaguardia dell’ambiente, del territorio, della bio-diversitá e del patrimonio culturale.

L’ambiente è una risorsa ed un valore irrinunciabile, e il cambiamento climatico un’urgenza globale drammatica e improcrastinabile: ne va del futuro del pianeta.  Il continuo aumento di consumo della natura ci espone al rischio di una crisi ecologica. Ogni anno si anticipa il “giorno del debito ecologico”, ovvero la data in cui le risorse che la terra è in grado di rigenerare sono tutte consumate. Quest’anno è caduto il 2 di agosto, che significa che sono attualmente consumate risorse pari a 1.7 volte la capacità rigenerativa annuale del pianeta.  Per questo sono necessarie politiche che tassino la produzione e il consumo di beni materiali e che provvedano sgravi fiscali per il consumo di servizi che beneficiano la società e con un basso consumo di energia e natura, migliorando il benessere. L’Italia e l’Europa hanno bisogno di massicci investimenti in energie rinnovabili per uscire il prima possibile dall’era dei combustibili fossili.

Serve una nuova politica strategica e coordinata per la giustizia climatica e per un turismo sostenibile. Pensiamo occorra immaginare attorno alla tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico, architettonico, artistico, e culturale un nuovo approccio allo sviluppo economico, e una transizione a un sistema economico sostenibile.

  1. PACE, DIRITTI  UMANI, POLITICHE DELL’ACCOGLIENZA, ANTI-RAZZISMO, ANTI-FASCISMO

Vogliamo mettere la pace, i diritti umani, l’accoglienza al centro delle politiche estere.

Vogliamo la pace e siamo contro ogni forma di violenza, guerra, e terrorismo. Siamo sempre per i valori imprescindibili dell’accoglienza, della solidarietá, dei diritti umani. La crisi dei rifugiati che l’Europa sta attraversando è la peggiore dal secondo dopoguerra, e coinvolge uomini, donne e bambini che scappano dalla guerra, dall’oppressione, dalla distruzione, dalla fame, dalla povertà, dai disastri naturali resi piú frequenti e devastanti dal cambiamento climatico. Pensiamo che una politica responsabile debba bilanciare la sicurezza di tutti con il rispetto dei diritti dei richiedenti asilo, dei rifugiati, e di tutti i migranti. Siamo contro i muri e i moderni campi di concentramento. Chiediamo che l’Italia e l’Europa rispettino la convenzione Europea sui diritti dell’uomo, la Convenzione sui Rifugiati e i suoi protocolli aggiuntivi, e che si interrompa l’accordo con la Marina Libica per il respingimento dei migranti, in nome del quale abbiamo sacrificato la ricerca della verità su Giulio Regeni.

Chiediamo che venga elaborata una politica comune Europea per far fronte ai flussi migratori in atto, garantendo a livello europeo un canale legale di ingresso anche per i migranti economici, superando la Convenzione di Dublino, e ribaltando la narrazione sui migranti come eserciti di riserva e riconoscendone invece il contributo economico e sociale verso il Paese di arrivo. Servono serie politiche di accoglienza e integrazione che liberino il potenziale di sviluppo delle comunità immigrate.

La politica estera e di cooperazione internazionale deve essere completamente ripensata intorno agli obiettivi della solidarietà internazionale, dell’eliminazione dei conflitti, e delle riduzione delle diseguaglianze globali, a partire dal Mediterraneo. Bisogna evitare in ogni modo che politiche estere miopi ed interessi economici – inclusa l’esportazione di armi – contribuiscano ad alimentare conflitti e instabilitá nel Medio Oriente, radicalizzazione del fondamentalismo islamico, sostegno e complicitá a regimi anti-democratici e fazioni sanguinarie, e migrazioni di massa nel Mediterraneo.

Siamo contro ogni violazione dei diritti umani, dalla censura ai processi sommari e l’incarcerazione di dissidenti, magistrati, giornalisti, attivisti, dalle repressioni delle proteste in piazza alla tortura.

Siamo contro ogni razzismo e discriminazione. Ci opponiamo fermamente a tutti gli autoritarismi e a tutti gli estremismi di destra, che fanno leva sulle diseguaglianze per propagare messaggi di odio e razzismo. Siamo contro ogni fascismo, senza se e senza ma, i nostri valori sono quelli della resistenza e dell’antifascismo.

  1. LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI E PER L’EGUAGLIANZA DI GENERE

Vogliamo realizzare piena uguaglianza di genere e pieni diritti civili per tutti.

Da persone di sinistra crediamo che non ci sia conflitto fra diritti civili e diritti sociali. Rifiutiamo l’idea che, per garantire uguaglianza economica, occorra abbandonare la lotta alle discriminazioni. Sappiamo invece che i diritti e l’uguaglianza danno forza e sicurezza a tutti, e che una vera lotta alle discriminazioni deve affrontare le disuguaglianze economiche, poichè queste si rafforzano a vicenda. Da Londra l’esigenza di uguaglianza e di lotta alle discriminazioni si avverte più pressante: tante, infatti, sono le persone e le famiglie che, per avere dignità indipendentemente dalla propria identità di genere, etnia, orientamento sessuale, hanno lasciato l’Italia o non vi possono tornare. Questo ha gravi conseguenze anche sul godimento di pieni diritti di libertà di movimento nel territorio europeo: una vera cittadinanza europea non può prescindere dall’uniformità e dal progresso dei diritti umani e civili.

Crediamo in una prospettiva intersezionale alla promozione dei diritti umani, che riconosca e tuteli l’intersezione tra le multiple identità di un individuo (classe economica, genere, etnia, paese d’origine, religione, disabilità, orientamento sessuale, età) e che prenda nota di come la discriminazione e marginalizzazione di piú d’una di queste identitá produca in certi individui e gruppi un’esperienza di oppressione ed esclusione esponenzialmente piú grave.

Siamo contro ogni discriminazione e ogni forma di abuso, violenza, ed intimidazione sulle donne. E’ irrimandabile la realizzazione della piena uguaglianza di genere in ogni ambito sociale, culturale ed economico, incluso quello retributivo. Per questo occorrono politiche attive ed inclusive in tema di tipologie contrattuali, salari d’ingresso, progressioni di carriera, condizioni di lavoro, orari, opportunitá per tele-lavoro, permessi di maternità e paternità, pensioni. Vogliamo che sia potenziata la rete pubblica di scuole dell’infanzia.e riteniamo necessario ripensare le politiche economiche in un’ottica di genere, per esempio attraverso bilanci di genere che tengano in considerazione l’impatto su donne e bambine delle scelte di spesa pubblica. Tali scelte devono contribuire al riconoscimento dell’apporto economico del lavoro domestico e di cura e incentivare la sua distribuzione tra i due generi. Riteniamo fondamentale combattere la violenza di genere dando piena ed immediata attuazione alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Occorre scardinare la cornice culturale patriarcale entro cui stereotipi, discriminazioni, e violenze sono perpetrate, ed è urgente agire sulle nuove generazioni, con l’educazione sentimentale e alle differenze nelle scuole.

Siamo per una completa uguaglianza delle persone LGBTI. Reclamiamo la fine della discriminazione nell’accesso al matrimonio, che esclude le coppie omosessuali e trasforma i matrimoni delle persone trans in unioni civili. Esigiamo un’estensione della legge Mancino ai casi di odio omofobico e transfobico. Chiediamo, a nome dei tanti bambini che non possono esprimersi, il diritto di poter chiamare “mamma” e “papà” le persone che li accudiscono e, dunque, una disciplina della stepchild adoption. Anche l’adozione ordinaria dev’essere estesa alle coppie omosessuali e alle persone single.

Siamo per i pieni diritti civili anche quando si decide sulla propria vita e salute, dall’aborto alla fecondazione assistita, dalle cure palliative al testamento biologico e l’eutanasia.

  1. GIUSTIZIA E TRASPARENZA

Vogliamo mettere la giustizia e la trasparenza al centro delle politiche interne.

Bisogna rimettere al centro dell’agenda politica i valori della giustizia, dell’onestà, e della trasparenza a tutti i livelli, e combattere senza compromessi le mafie, le camorre, le cricche e le consorterie, i clientelismi, familismi, e favoritismi, la corruzione, l’illegalità, l’evasione ed elusione fiscale e contributiva, l’abusivismo, gli abusi e privilegi, i conflitti di interesse ed incompatibilità, i trasformismi. Serve creare le condizioni per una mobilitazione civica e culturale basata sulla giustizia, la trasparenza, e la solidarietà a tutti i livelli, in tutte le istituzioni, e in tutte le sfere, pubbliche e private.

  1. ISTRUZIONE  E RICERCA

Vogliamo che la la scuola e l’universitá siano opportunitá di crescita umana, culturale, civile, e professionale per tutti.

Vogliamo una scuola e un’universitá pubblica, universale, laica, pluralista, moderna e di qualitá per investire nei cittadini di domani. Una scuola che trasmetta valori e radici storiche e culturali, ma che sappia anche stimolare la curiositá, la voglia di sapere, di leggere, di aiutare, di investire nel domani, di impegnarsi per il bene comune e di aprirsi al mondo.

Vogliamo che si investa davvero in ricerca ed innovazione, con una visione strategica che valorizzi le eccellenze in Italia e all’estero con adeguate risorse e strutture, con un piano di reclutamento di qualitá basato sul merito e su una valutazione trasparente che inverta la fuga di cervelli e attragga ricercatori dagli altri paesi, e un sistema di valutazione e finanziamento dei progetti di ricerca moderno, regolare  e trasparente.

  1. SALUTE E SANITÀ

Vogliamo un sistema sanitario nazionale pubblico, universale, di qualitá.

La salute è un diritto di tutti e tutte, non è una merce che solo i pochi ricchi possono permettersi. Vogliamo che l’Italia investa nel suo sistema sanitario nazionale, non che lo tagli e lo privatizzi come i Conservatori stanno cercando di fare nel Regno Unito. Vogliamo un sistema sanitario nazionale pubblico, universale, moderno, di qualitá, equo, laico, integrato con politiche sociali, di assistenza, di prevenzione, di salute mentale, un sistema sanitario che combatta le disuguaglianze presenti sul territorio e sia un vanto per tutti i cittadini.

Vogliamo che la sanità sia moderna e pronta ad affrontare le sfide del ventunesimo secolo, in particolare l’invecchiamento della popolazione e dalle patologie ad esso correlate, e che riconosca la salute mentale come suo obiettivo al pari della salute fisica. Sono dunque necessari maggiori investimenti a tutti i livelli, accompagnati da valutazioni economiche delle spese pubbliche, e da sforzi per ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza del sistema.

Vogliamo anche che i dati sanitari e clinici dei cittadini siano protetti e restino un bene comune regolato, protetto, e gestito dallo Stato, e non siano passati o venduti a societá private a scopo di lucro.

  1. ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE E DEMOCRAZIA

Vogliamo difendere la Costituzione e restituire al popolo la sovranitá democratica.

Vogliamo difendere ed attuare la Costituzione della Repubblica Italiana come perno imprescindibile e non-negoziabile delle garanzie democratiche. Occorre evitare un’eccessiva concentrazione di potere nelle mani di pochi. Al contrario, occorre rimettere la democrazia nella mani dei più. Servono leggi elettorali che permettano ai cittadini di scegliere liberamente sia le liste che i candidati che li andranno a rappresentare in Parlamento.  Vanno sottratti alle segreterie dei partiti gli strumenti che gli permettono di circondarsi di fedelissimi e conformisti, dalle pluricandidature alle liste bloccate. Serve ridare centralitá al dettato costituzionale a partire dall’articolo 49, obbligando partiti e movimenti a garantire e rispettare la propria democrazia interna.

Va garantito a tutti i cittadini l’accesso alla Pubblica Amministrazione, attraverso il potenziamento di tutte le forme di informatizzazione e digitalizzazione. Molti diritti sono di fatto negati per l’incapacità della pubblica amministrazione di rispettare i tempi di legge ed agire efficacemente. Va normato e assicurato l’accesso digitale sicuro alla democrazia diretta, per la sottoscrizione digitale delle proposte di referendum, di proposte di legge di iniziativa popolare, e per la sottoscrizione delle liste di candidati.

Per noi italiani all’estero serve una revisione dell’intero sistema della rappresentanza, dall’elezione dei parlamentari, dove occorre passare al sistema dei collegi, al ruolo e al funzionamento dei COMITES o del CGIE, per ridare energia e slancio a forme di partecipazione reale nei corpi intermedi